COME SI DIFFONDE IN ITALIA E NEL MEDITERRANEO E CONCLUSIONI SULLA SUA INVENZIONE
Per semplificarsi la vita con la pasta, in Oriente si sono inventati questa forchetta con bacchette incorporate
Negli articoli precedenti avevamo scoperto un po’ di curiosità sulla nascita della pasta: nel primo episodio (link: https://pastatua.it/storia-della-pasta-1/ ) abbiamo chiarito dove sia nata la pasta oltre nella diatriba tra Italia e Cina; nel secondo (link: https://pastatua.it/la-storia-della-pasta-ep-2/) abbiamo scoperto che è successo in Italia dalla preisoria al XI secolo; nel terzo episodio (link: https://www.pastatua.com/post/la-storia-della-pasta-ep-3) abbiamo visto il ruolo fondamentale della Sicilia nel creare la ”pasta all’italiana”.
In questa “puntata, la penultima, capiamo come, a partire dal Medioevo, la produzione della pasta si sia diffusa nella nostra penisola e oltre. Poichè la richiesta di pasta nella Penisola cresceva, il monopolio siciliano non durò a lungo ed altre zone del Sud Italia, le più adatte in termini di agricoltura e di clima, presto si interessarono alla sua produzione.
Ricostruzione di un antico laboratorio di pasta sardo
I primi concorrenti dei Siciliani furono i Sardi, già a partire dal XIII secolo, con condizioni analoghe a quelle dell’altra isola e con trasporti marittimi efficienti, che permettevano facili contatti verso le attuali Liguria, Toscana e Campania e con la Spagna. Venezia ricchissima di spunti di provenienza internazionale, si rivelava in quel periodo poco golosa di pasta, a differenza di altre aree italiane sulla costa adriatica, così come ne erano importatori i mercati di Grecia, Turchia e dei Paesi costieri della ex Jugoslavia.
L’Adriatico era servito, a partire da un periodo di poco successivo, prevalentemente dalla produzione pugliese, che si affermò pienamente nel XV secolo. Insomma: non solo l’Italia ma anche molti Paesi del Mediterraneo, sia asiatico che nordafricano, nonostante esistessero talvolta produzioni locali attingevano volentieri alla produzione italiana, considerata di grande qualità.
Ricetta tradizionale turca di makarna mantisi, letteralmente “ maccheroni a raviolo”
E... Napoli? Incredibile a dirsi, rispetto alle regioni italiane qui citate Napoli ha con la pasta una storia relativamente recente, che parte “solo” a metà del 1600 con un intrecciarsi di questioni di urbanizzazione incontrollata, di penuria di carne e di geniali invenzioni partenopee per trarsi da quell’impaccio. Si tratta di una vicenda dalle connotazioni sociali e gastronomiche davvero interessanti e vale la pena di raccontarla in un articolo a parte.
Tirando dunque le somme torniamo un momento alla domanda iniziale: “chi ha inventato la pasta?” Ci risponde il nostro Marco Polo, che se può descrivere un piatto straniero con una parola italiana significa che già conosceva un piatto ananalogo in patria.
Marco Polo
Sostiene infatti Piero Antolini, profondo conoscitore della gastronomia italiana ed orientale: “Quella della pasta è una nozione culinaria comune dell’intera umanità, fra le più autonome, primordiali e intramontabili: l’esemplificazione di certe applicazioni elaborate che sono apprezzate in stili diversi, conferma questo assunto, rivelando anche la tipicità di certi adattamenti locali e la possibilità di pastificare non soltanto tutti i cereali ma anche il fagiolo di soia.”
Spaghetti fossili cinesi di 4000 anni fa
Più in generale Antolini sottolinea come la cucina orientale in genere racchiuda sapori ed abitudini alimentari comuni anche alla cucina occidentale antica, “sicura conferma della profonda escursione orientale dell’ellenismo e del riflusso di cognizioni in senso inverso.” E a riprova cita tecniche, aromi e gesti andati perduti nella cucina popolare occidentale, a causa dei gravi periodi storici di povertà, ma sopravissuti nelle cucine di corte del Medioevo e pervenuti alla cucina italiana odierna anche come eredità della cultura gastronomica orientale.
In questo suo elenco, però, non viene mai citata la pasta. Ovviamente: in sosostanza si può definitivamente affermare che in continenti diversi e in parallelo allo sviluppo della civiltà e della cultura di ogni popolazione, dove si siano presentate le condizioni geografiche, climatiche e di tecnica agricola adatte alla produzione di cereali, la pasta è stata comunque inventata.
Ogni cultura l’ha lavorata con le proprie caratteristiche, che poi ad un confronto ravvicinato non divergono poi nemmeno più di tanto. Perciò questa è la complessa e semplice risposta alla domanda “chi ha inventato la pasta?”: in tutto il mondo ai tempi conosciuto l’abbiamo inventata tutti insieme, in una sorta di globalizzazione al contrario!
Pasta prodotta in Cina per ricette italiane
Come poi siano oggi Napoli e dintorni al centro del mito della pasta, sia come origine che come qualità, “esclusivamente italiana” e a volte “solamente napoletana”... è l’argomento della prossima puntata.
Annalena De Bortoli
Bibliografia
Piero Antolini, Cucina all’orientale, Arnoldo Mondadori Editore, 1990, ISBN 88-04-25489-0
Alberto Capatti, Massimo Montanari, La cucina italiana. Storia di una cultura, Editori Laterza, 1999, ISBN 88-420-5884-X
Jean-Louis Flandrin, Massimo Montanari (cura), Storia dell’alimentazione, Laterza, 1997, ISBN 88-420-5347-3
Franco La Cecla, La pasta e la pizza, Il Mulino, 1998, ISBM 88-15-06583-0
Marco Polo, Il Milione, 1298, edizione critica a cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso, Adelphi, 1997, ISBN 88-459-1032-6
Giovanni Rebora, La civiltà della Forchetta. Storie di cibi e di cucina, Editori Laterza, 1998, ISBN 88-420-5604
Crediti fotografici
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